Redditometro: fino al 15 luglio aperta la consultazione pubblica sulla bozza di decreto

Redditometro

Il decreto riguarda i controlli sui consumi e gli investimenti (risparmio) delle famiglie così da definire la “capacità contributiva”

Il Mef Ministero delle Finanze a partire dal 10 giugno 2021 e fino al giorno 15 luglio 2021 ha aperto una consultazione pubblicaconcernente lo schema di decreto da adottare ai sensi dell’art 38 comma 5 del DPR 600/73 (novellato dall’art. 10, comma 1, del D.L. 12 luglio 2018 n. 87, convertito dalla legge n. 186/2018), e riguardante ilRedditometro.

In particolare, si tratta dello schema di decreto attuativo diretto ad individuare:

  • il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva, 
  • finalizzato alla determinazione sintetica dei redditi delle persone fisiche
  • relativi agli anni d’imposta a decorrere dal 2016
  • mediante l’analisi di:
    • campioni significativi di contribuenti,
    • differenziati anche in funzione del nucleo familiare e dell’area geografica di appartenenza.

La consultazione pubblica è riservata alle associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori ed è diretta ad acquisire:

  • valutazioni,
  • osservazioni
  • suggerimenti

delle stesse associazioni individuate in base all’elenco di cui all’articolo 137 del DLgs n. 206/2005 (Codice del consumo) contenuto nel decreto del Ministero dello sviluppo economico del 30 dicembre 2020.

Come specificato dall’art 1 della bozza con il decreto è individuato il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva sulla base del quale può essere fondata la determinazione sintetica del reddito complessivo delle persone fisiche.

Si vuole fornire una fotografia nitida della reale capacità contributiva delle famiglie in modo da far scattare i controlli veri e propri solo in presenza di certi scostamento.

Per fare ciò, gli uffici dell’amministrazione finanziaria considereranno varie tipologie di spese raggruppate in 4 macroaree:

  1. Consumi
  • generi alimentari,
  • bevande,
  • abbigliamento e calzature;
  • abitazione;
  • combustibili ed energia;
  • mobili,
  • elettrodomestici e servizi per la casa;
  • sanità;
  • trasporti;
  • comunicazioni;
  • istruzione;
  • tempo libero, cultura e giochi;
  • altri beni e servizi
  1. Investimenti
  2. Risparmio
  3. Spese per trasferimento

Come specificato nella relazione illustrativa al decreto:

  • la tabella A sui consumi individua le informazioni utilizzabili per determinare gli elementi indicativi di capacità contributiva presenti negli archivi delle Amministrazioni Finanziarie
  • la tabella B delle famiglie indica le tipologie di nuclei familiari considerate

Inoltre viene specificato che in assenza di dati in Anagrafe tributaria relativi alle spese indicate nella tabella A, per i beni e servizi che vengono considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile per una famiglia con determinate caratteristiche e qualora tali informazioni non fossero acquisite in sede di contraddittorio con il contribuente, si considera l’ammontare individuato dall’ISTAT quale spesa minima necessaria per posizionarsi al limite della soglia di povertà assoluta.

Tale soglia varia, per costruzione, in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza rilevata dai risultati dell’indagine sui consumi dell’Istituto Nazionale di Statistica.

Fonte: Fisco e Tasse

www.informazionefiscale.it

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