LEONARDO CALAMASSI – DOTTORE COMMERCIALISTA

Dichiarazioni fiscali sempre più logorroiche

Dichiarazione dei redditi: la semplificazione non abita qui. Negli ultimi cinque anni le istruzioni necessarie alla compilazione del modello redditi delle persone fisiche sono aumentate di ben 90 pagine ad un ritmo di oltre venti pagine l’anno
730Dichiarazione dei redditi: la semplificazione non abita qui. Negli ultimi cinque anni le istruzioni necessarie alla compilazione del modello redditi delle persone fisiche sono aumentate di ben 90 pagine a un ritmo di oltre 20 pagine l’anno.

È andata un po’ meglio, si fa per dire, per il modello 730 – quello utilizzato prevalentemente da lavoratori dipendenti e pensionati – dove l’incremento delle pagine di istruzioni è rimasto contenuto, nel quinquennio 2021-2017, a quota 27.

Il tutto nonostante le continue e ripetute promesse di semplificazione dei modelli dichiarativi che, numeri alla mano, non solo non sono state mantenute ma che si sono addirittura rivelate all’esatto contrario di ciò che si stava in realtà facendo.

Le motivazioni di questa costante ed inesorabile lievitazione verso l’alto del numero di pagine necessarie per spiegare come si deve compilare una dichiarazione dei redditi senza commettere errori (ammesso che ciò sia ancora umanamente possibile), è essenzialmente frutto di una continua, quanto caotica, produzione normativa.

Tanto per fare un esempio in questo senso, basta prendere in considerazione l’entità dell’annuale circolare che l’Agenzia delle entrate predispone con l’unica finalità di illustrare le spese che danno diritto alle detrazioni e alle deduzioni dall’imposta sul reddito delle persone fisiche. L’ultima disponibile, la numero 19/e del 8 luglio 2020, si compone di ben 411 pagine!.

Non va meglio nell’ambito delle dichiarazioni annuali dei redditi delle società di capitali. Anche in questo comparto le istruzioni al modello Redditi SC sono passate dalle 227 pagine del 2017 alle 280 pagine del modello 2021 da utilizzare per i redditi conseguiti nel 2020.

Di fronte a tali costanti trend di crescita, se non si corre velocemente ai ripari, si rischia di trovarsi, fra pochi anni, in presenza di istruzioni alla compilazione dei modelli che potrebbero sfiorare, soprattutto nell’ambito delle persone fisiche, le 500 pagine.

Oltre alla continua produzione normativa in ambito tributario, la suddetta crescita esponenziale delle istruzioni e dei modelli dichiarativi è anche il frutto di precise scelte da parte dell’amministrazione finanziaria.

Si prenda, tanto per fare un esempio concreto, le dichiarazione dei redditi di quest’anno. Per quale motivo i contribuenti che hanno ricevuto nel 2020 dei contributi a fondo perduto, frutto delle disposizioni emergenziali, devono indicare tali dati nei quadri della dichiarazione è un vero e proprio mistero. Si tratta infatti di somme che non concorrono alla determinazione del reddito, né d’impresa né di lavoro autonomo, e sulle quali nessuna imposta deve essere corrisposta. Si tratta inoltre di informazioni che la stessa amministrazione finanziaria ben conosce perché è stata proprio l’Agenzia delle entrate a gestire sia le richieste di contributi, sia la materiale erogazione degli stessi sui conti correnti indicati dai contribuenti.

E allora qual è lo scopo per cui tali dati debbono essere nuovamente indicati nella dichiarazione dei redditi? Difficile rispondere. Quello che è certo è che la presenza di tali importi finisce per complicare ulteriormente la determinazione del reddito del contribuente, costringendolo prima ad inserirli e poi a toglierli, dal computo delle basi imponibili.

In questi giorni il tema delle semplificazioni e dell’eccessivo peso della burocrazia sta tornando alla ribalta. Quello delle dichiarazioni fiscali, e del sistema tributario in generale, è un settore nel quale senza semplificazioni vere e urgenti il rischio collasso sembra essere davvero alle porte.

Dottore Commercialista Leonardo Calamassi

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